mercoledì 2 febbraio 2011

POL - *Pd, Bersani: Statuto e primarie vanno riformati

Roma, 17 lug (Velino) - “Io non sono quello delle tessere, sono quello di un buon matrimonio tra organizzazione e area degli elettori. Se vogliono fare la caricatura, facciano…” Così Pierluigi Bersani ha ribadito stamattina al videoforum di repubblica.it la sua divergenza d’opinione con Franceschini sulla sua preferenza del modello di partito solido rispetto al partito leggero. Dario Franceschini, infatti, ieri, annunciando la sua candidatura a segretario del Pd, aveva detto che “indietro non si torna” e aveva auspicato la nascita di un partito aperto, solido, moderno e che non segua più i modelli di cinquant’anni fa, mentre Bersani vorrebbe cambiare lo statuto. “Io per le primarie avrei fatto una milionata di iscritti - ha spiegato Bersani, rispondendo alle domande dei lettori di repubblica.it - e poi per il Congresso avrei fatto valere per metà le tessere e per metà i voti che il Pd ha preso nei singoli paesi. Voglio una riforma delle primarie, voglio mettere in sintonia l’elettore, l’iscritto e l’aderente senza farne due specie umane diverse, contrapposte e incomunicabili”. Stando alle regole stabilite dallo Statuto, in autunno si potrebbe correre il rischio che al Consiglio nazionale vinca un candidato diverso da quello che poi eleggeranno i votanti delle primarie. E su questo punto Bersani precisa il suo pensiero affermando: “Non ho niente contro le primarie, ma non voglio che, una volta che un cittadino viene alle primarie lo mandiamo a casa. Io sono per fare un albo degli elettori per evitare che ci venga in casa uno di An, perché ci sia una relazione con gli iscritti. Sono per fare molti iscritti, ma per ridurre il loro potere nei congressi”. La diatriba sulle tessere nel Pd si fa sempre più incandescente proprio mentre tutti, soprattutto la nomenclatura, fanno di tutto per rifiutare quella di Grillo...
 
tratto da www.ilvelino.it

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