domenica 6 febbraio 2011

POL- Voci su asse D’Alema-Veltroni agitano Pd, Vendola insiste su primarie

Voci su asse D’Alema-Veltroni agitano Pd, Vendola insiste su primarie
Roma, 30 nov (Il Velino) - Solo “chiacchiere”, assicura Pier Luigi Bersani. "Chiacchiere e scemenze”, chiosa Massimo D’Alema, dicendosi “irritato” ed esprimendo la convinzione che Walter Veltroni lo sia altrettanto”. Dallo stato maggiore del Pd cala il gelo sul retroscena di “Repubblica” in merito all’asse D’Alema-Veltroni che sarebbe in via di costruzione. E che di fatto comporterebbe, per il segretario Bersani, il rischio di un commissariamento. Ma le indiscrezioni sono false, dice Bersani: le chiacchiere, dice ai cronisti, “mi entrano da un orecchio e mi escono dall'altro. Adesso il Pd si concentra sui problemi del paese e tutti sentiranno la responsabilità di questo. Io sicuramente non mi occupo di chiacchiere''. O di “scemenze”, secondo la definizione aggiunta da D’Alema. Più articolata la risposta del veltroniano Walter Verini, che ricorda le “rilevanti differenze politiche" da tempo esistenti tra i due ex segretari, ma al contempo fa notare che in un momento delicato come questo per il paese, “nel gruppo dirigente del partito non possono che esserci preoccupazioni comuni che, come si sa, sono molto diffuse". Insomma, il quadro del Pd - e in generale del centrosinistra - è in pieno movimento. Se da un lato Nichi Vendola dalle pagine del “Manifesto” mostra di aver apprezzato l’invito arrivato ieri da Nicola Latorre di diventare socio fondatore del nuovo Pd, il giovane “rottamatore” lombardo Giuseppe Civati nel suo blog chiede al segretario Bersani di prendere l’iniziativa e critica l’asse D’Alema-Veltroni. “I due – spiega Civati - sembrano voler riavvolgere il nastro e tornare indietro di 15 anni. A quando erano giovani (forse è questo il rinnovamento a cui stanno pensando) e ne azzeccavano più d'una, per la verità. Poi hanno un po' smesso, ma la storia la conoscete”. Civati così inquadra l’ipotetico asse D’Alema-Veltroni: “Si torna indietro, per durare ancora un po', alla guida del centrosinistra. Lo schema è quello di allora: un centrosinistra, questa volta molto più accentrato. Una figura non politica, che superi le incertezze dell'offerta politica e che metta in secondo piano i due candidati alla segreteria dello scorso anno: Bersani (D'Alema) e Franceschini (Veltroni)". Per il senatore Marco Follini, invece, "se Veltroni e D'Alema facessero una grande coalizione all'interno del Pd sarebbe una cosa di buon senso. Se poi il Pd concorresse a una grande coalizione sarebbe ancora meglio. Grande abbastanza per affrontare i problemi che ci sono da qui al 14 e soprattutto dopo il 15". Per il veltroniano Beppe Fioroni "gli assi, quando ci sono stati, hanno sempre perso. Non esiste nessun asse D'Alema-Veltroni ma sta emergendo anche nella maggioranza del Pd l'esigenza di aprire una riflessione. Siamo partiti che il problema eravamo noi di Movimento democratico che regalavamo le nostre divisioni alla destra. Prima si diceva che tutto andava bene. Oggi invece – prosegue Fioroni - c'è una fetta della maggioranza, D'Alema e Letta, che si pone il problema di non regalare l'Italia a Berlusconi. Il vero asse è questo. Dobbiamo riprendere l'orgoglio del Pd e fare scelte chiare su quello che vogliamo fare e con chi". A quanti nel Pd temono che eventuali primarie di coalizione possano favorire Nichi Vendola, Fioroni risponde che “mettere a tema il no alla primarie perché fanno paura vuol dire che il maggior partito dell'opposizione ha la pistola scarica. Se poi si fa una scelta forte, condivisa da tutti, su una personalità per la candidatura a premier, allora si possono pure non fare le primarie. Ma non farle per paura, questo davvero no". E le primarie sono state invocate a gran voce proprio da Vendola: “Non conosco alternative. – afferma Vendola sul ‘Manifesto’ - Stiamo ai fatti. Le alleanze costruite a tavolino finiscono subito sotto il fuoco incrociato dei veti e delle interdizioni. E quando si dice che dobbiamo partire da un programma comune viene in mente un precedente abbastanza nefasto. Nessun compromesso sulle virgole e gli aggettivi può sciogliere i nodi di un programma di alternativa. Non mi sento minimamente antagonista dei cattolici o dei moderati che sono dentro e fuori il Pd. Mi sento antagonista dei prigionieri di quella superstizione ideologica chiamata liberismo”.
Contrario alla “proposta Latorre” di rifondare il Pd è Piero Fassino, secondo il quale “questo mettere sempre in discussione se stessi non trasmette un'idea di stabilità. Cambiare – ha spiegato ai microfoni di Radio 24 il probabile candidato del Pd al comune di Torino - è segno di intelligenza ed è giusto ma bisogna anche mantenere dei fattori di stabilità". Quanto ad una possibile confluenza di Sel nel Partito democratico, Fassino risponde: "Il Pd è un partito che punta a unire tutti coloro che si riconoscono in valori progressisti e riformisti. Se Vendola ritiene di collocarsi all'interno del Pd allora si aprirebbe un discorso politico in questo senso, ma non mi pare che aver visto finora questa intenzione". Ancora più duro con Latorre è il commento pubblicato sul sito di Area democratica, che fa capo a Dario Franceschini e allo stesso Fassino: “alla vigilia di un passaggio politicamente decisivo e molto delicato, come la discussione parlamentare sulla mozione di sfiducia a Berlusconi, di tutto si sentiva il bisogno, tranne che di una discussione sull'ipotesi di rifondare il Pd, attraverso l'apertura di una fase 'costituente'. Una rifondazione, sembra di capire, che si renderebbe necessaria a causa di un sostanziale fallimento del progetto originario".
 
(spk) 30 nov 2010 16:40

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