Roma, 31 gen (Il Velino) - "Per rivolgersi credibilmente all'opposizione Berlusconi dovrebbe rivolgersi credibilmente al Paese e alla Comunità internazionale. Così non è. Noi nel ruolo che abbiamo siamo pronti a prenderci le nostre responsabilita', ma lui deve fare un passo indietro e togliere dall'imbarazzo se stesso e il Paese". Così in serata la voce del segretario del Pd Pier Luigi Bersani si è aggiunta al coro di no che i vari esponenti dell'opposizione hanno pronunciato contro la proposta del premier Silvio Berlusconi di aprire un tavolo di confronto per un patto per la crescita. Sulla stessa linea anche il vicesegretario Enrico Letta secondo cui la proposta "Arriva a tempo scaduto. Questo confronto lo chiediamo da due anni ma Berlusconi ci ha sempre detto che andava tutto bene”. “C’è un cambio di scenario - ha sottolineato Letta - che dà l’idea di un Berlusconi che cerca disperatamente di evitare il voto. Noi diciamo con grande chiarezza: si volti pagina, un nuovo presidente del Consiglio di questa maggioranza con il quale ci confronteremo oppure su questi temi ci confronteremo con Berlusconi ma in campagna elettorale”. Letta fa una controproposta a Berlusconi. “Siamo convinti della necessità del confronto - ha proseguito - e se confronto ci deve essere ci sia, ma in televisione sui temi centrali della vita politica del paese. Questo sarebbe un modo per evitare di buttare la palla in calcio d’angolo e andare degli italiani e affrontare le questioni reali”.
Un no alla proposta di Berlusconi arriva anche dal leader di Alleanza per l’Italia, Francesco Rutelli, che ha precisato: “Un presidente del Consiglio, se è in carica, presenta delle proposte di legge per la crescita e le liberalizzazioni, non scrive articoli. È un inganno. Berlusconi è al potere da 8 degli ultimi dieci anni, perché non ha fatto le riforme?”. “Il presidente del Consiglio - ha commentato il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa - propone un patto per le liberalizzazioni, ma dimentica la timidezza e la reticenza con cui il suo governo in questi tre anni ha affrontato la questione. Se oggi è pronto all'autocritica non possiamo che prenderne atto con soddisfazione: meglio tardi che mai''. Critici anche i finiani, che con Adolfo Urso giudicano l'intervento di Berlusconi "poco credibile e molto confuso".
Netto il no dell’Italia dei valori all’appello lanciato da Berlusconi. “Ci sembra un tardivo segnale di resipiscenza operosa - ha spiegato Nello Formisano -. Siamo fuori tempo massimo, il Cavaliere cerca di aggrapparsi alle ragnatele, ma l'unica soluzione è che lasci il governo del paese, restituendo la parola al popolo sovrano''. Dello stesso parere la vicepresidente del Senato Emma Bonino: “Se c'è qualche spazio va sempre colto, ma Berlusconi non è più credibile”. Per Oliviero Diliberto, portavoce della Federazione della sinistra, invece, “Berlusconi si arrampica su specchi sempre più oleosi e, pur di uscir fuori dal tunnel dei suoi scandali, e ridarsi una serietà politica sinceramente improponibile, tenta di lanciarsi in riflessioni scritte che non hanno capo né coda”.
''Le prime reazioni degli esponenti del Pd all'articolo e alle proposte di merito e di dialogo da parte di Berlusconi sono francamente deludenti. Da esse sembra che D'Alema sia già riuscito a sciogliere le Camere, quindi che siamo già in campagna elettorale”, ha replicato il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. “Quella di Berlusconi - ha sottolineato - è una proposta positiva, che richiede evidentemente molti approfondimenti, ma che non può essere demonizzata come il suo autore. Dal tenore delle prime risposte sembrerebbe che nel Pd l'unico a svolgere un ruolo in servizio permanente effettivo è il responsabile stampa e propaganda''. Anche per il capogruppo dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri “chi rifiuta il confronto sbaglia. Il governo comunque andrà avanti, forte della fiducia più volte ottenuta in Parlamento''. Il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini ha auspicato che “l'opposizione raccolga la sfida delle riforme e abbandoni la logica delle corporazioni e degli interessi di chi è già garantito". “Non c'è niente da fare - ha commentato il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi - la sinistra è incapace di intendere il valore del dialogo rispettoso,del confronto sui contenuti, della collaborazione nell'interesse del Paese".
''Non raccogliere questa opportunità di dialogo - ha aggiunto il ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo - rappresenterebbe la conferma che la sinistra ha scelto di abdicare al proprio ruolo politico nell'attesa vana di un 'golpe' giudiziario contro Berlusconi, ma anche contro la volontà popolare espressa dagli italiani alle elezioni''. Sulla proposta di Berlusconi è intervenuta pure il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. “La crescita è l'aspetto più importante - ha osservato - quindi bisogna concentrarsi e parlare di crescita”. E a proposito dell’ipotesi di introdurre una patrimoniale per ridurre il debito pubblico ha aggiunto: “Non è la scelta corretta, piuttosto si vendano i beni pubblici".
Un no alla proposta di Berlusconi arriva anche dal leader di Alleanza per l’Italia, Francesco Rutelli, che ha precisato: “Un presidente del Consiglio, se è in carica, presenta delle proposte di legge per la crescita e le liberalizzazioni, non scrive articoli. È un inganno. Berlusconi è al potere da 8 degli ultimi dieci anni, perché non ha fatto le riforme?”. “Il presidente del Consiglio - ha commentato il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa - propone un patto per le liberalizzazioni, ma dimentica la timidezza e la reticenza con cui il suo governo in questi tre anni ha affrontato la questione. Se oggi è pronto all'autocritica non possiamo che prenderne atto con soddisfazione: meglio tardi che mai''. Critici anche i finiani, che con Adolfo Urso giudicano l'intervento di Berlusconi "poco credibile e molto confuso".
Netto il no dell’Italia dei valori all’appello lanciato da Berlusconi. “Ci sembra un tardivo segnale di resipiscenza operosa - ha spiegato Nello Formisano -. Siamo fuori tempo massimo, il Cavaliere cerca di aggrapparsi alle ragnatele, ma l'unica soluzione è che lasci il governo del paese, restituendo la parola al popolo sovrano''. Dello stesso parere la vicepresidente del Senato Emma Bonino: “Se c'è qualche spazio va sempre colto, ma Berlusconi non è più credibile”. Per Oliviero Diliberto, portavoce della Federazione della sinistra, invece, “Berlusconi si arrampica su specchi sempre più oleosi e, pur di uscir fuori dal tunnel dei suoi scandali, e ridarsi una serietà politica sinceramente improponibile, tenta di lanciarsi in riflessioni scritte che non hanno capo né coda”.
''Le prime reazioni degli esponenti del Pd all'articolo e alle proposte di merito e di dialogo da parte di Berlusconi sono francamente deludenti. Da esse sembra che D'Alema sia già riuscito a sciogliere le Camere, quindi che siamo già in campagna elettorale”, ha replicato il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. “Quella di Berlusconi - ha sottolineato - è una proposta positiva, che richiede evidentemente molti approfondimenti, ma che non può essere demonizzata come il suo autore. Dal tenore delle prime risposte sembrerebbe che nel Pd l'unico a svolgere un ruolo in servizio permanente effettivo è il responsabile stampa e propaganda''. Anche per il capogruppo dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri “chi rifiuta il confronto sbaglia. Il governo comunque andrà avanti, forte della fiducia più volte ottenuta in Parlamento''. Il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini ha auspicato che “l'opposizione raccolga la sfida delle riforme e abbandoni la logica delle corporazioni e degli interessi di chi è già garantito". “Non c'è niente da fare - ha commentato il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi - la sinistra è incapace di intendere il valore del dialogo rispettoso,del confronto sui contenuti, della collaborazione nell'interesse del Paese".
''Non raccogliere questa opportunità di dialogo - ha aggiunto il ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo - rappresenterebbe la conferma che la sinistra ha scelto di abdicare al proprio ruolo politico nell'attesa vana di un 'golpe' giudiziario contro Berlusconi, ma anche contro la volontà popolare espressa dagli italiani alle elezioni''. Sulla proposta di Berlusconi è intervenuta pure il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. “La crescita è l'aspetto più importante - ha osservato - quindi bisogna concentrarsi e parlare di crescita”. E a proposito dell’ipotesi di introdurre una patrimoniale per ridurre il debito pubblico ha aggiunto: “Non è la scelta corretta, piuttosto si vendano i beni pubblici".
(spk/ala) 31 gen 2011 18:18
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