sabato 5 febbraio 2011

POL - RedTv chiude e Adinolfi attacca l'informazione di sinistra

Roma, 27 lug (Il Velino) - Gettata l'ultima manciata di terra sulla bara, Francesco Cundari direttore di Red Tv si dimette e se ne va (al quartier generale sarà accolto con un "missione compiuta, caporale"; Matteo Orfini si era dimesso da membro del CdA di Red Tv qualche settimana fa, ora D'Alema può dire che non è la sua tv, visto che viene chi...usa e a lui i fallimenti non piace intestarseli)”. Così Mario Adinolfi, primo direttore di Red Tv esprime su Facebook la sua amarezza verso l’imminente chiusura della tivù, nata per volere di Massimo D’Alema. Un’amarezza che diventa una critica amara verso tutto il mondo del giornalismo di sinistra. “La notizia – spiega nella sua nota il giornalista Adinolfi - è la chiusura di Red Tv.Ma anche di Liberazione e degli Altri. O l'estrema difficoltà del Manifesto, di Europa e de l'Unità. L'irrilevanza di Left, Terra e YouDem. Il crollo di ascolti e di autorevolezza dell'Espresso o delle radio "di area". L'assoluta incapacità di varare progetti efficaci per la rete, dal fallimento di Kilombo alla logica fighetta della cricchetta del Post. Il collasso di copie vendute e risorse pubblicitarie raccolte persino da Repubblica, di telespettatori per il Tg3, di idee per i vari programmi "de sinistra" (avete presente la Dandini?) e cineasti (avete presente Salvatores e finanche l'ultimo Moretti?)”. “A me sembra - scrive Adinolfi - che siamo davanti a una crisi comunicativa senza precedenti per quella che viene definita, per semplificare, ‘la sinistra’ ”, fatto salvo il successo televisivo di Santoro e del Fatto Quotidiano “che però secondo me non scorre nell'alveo della tradizione di sinistra classica, forse per questo vince”. “Ma, sono eccezioni. Appunto, la regola è la crisi. Endemica, devastante, di denari, di passione e di idee. Non ci sono soldi: la sinistra non ha imprenditori della comunicazione, eccezion fatta per l'Ingegnere che però pare uno che dice ‘già dato’. Ci sono - prosegue così Adinolfi nella sua aspra critica - arruffapopolo, parrucconi, professionisti del finanziamento pubblico, cacciatori di anticipazioni bancarie, veri e propri farabutti”. E tra questi salva solo Renato Soru che ha provato a salvare l’Unità ma poi “è scappato (inevitabilmente) a gambe levate”. Secondo Adinolfi “ ha vinto il diktat berlusconiano: per diventare comunicatore ti devi allineare, il modello più divertente è Pierluigi Diaco, il più amato dall'ultima dirigenza diessina, ora ovviamente il più amato dalla dirigenza Rai berlusconiana. Leccando il culo si fa carriera”. E infine un affondo anche contro Youdem dove “il dirigente Informazione di Sant'Andrea delle Fratte che fa le telefonate per spingere Tizio (che è un amico e bloccare il contratto di Caio (che parla troppo), la tv del partito che pare sovietica, quell'altra tv che faceva qualcosa di più sbarazzino che viene fatta chiudere dopo aver nominato il bravo curatore fallimentare ‘amico’ che ha svolto il mestiere a puntino”.
 
(spk) 27 lug 2010 19:10

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