domenica 6 febbraio 2011

POL - Pd, Anche Fassino si schiera con Parisi: Non tocchiamo le primarie

Pd, Anche Fassino si schiera con Parisi: Non tocchiamo le primarie
Roma, 5 gen (Il Velino) - Parisi, Fassino e i veltroniani convergono - insieme ai settori vendoliani delle opposizioni - in difesa delle primarie. Secondo quando rivelato dal Corriere della Sera, la segreteria Bersani sta lavorando a un progetto di riforma delle primarie (fortemente sostenute da Walter Veltroni ai tempi del suo mandato da segretario democrat) con l’introduzione di norme che evitino ulteriori vittorie dei candidati vicini a Nichi Vendola. Il primo paletto che la maggioranza del partito vorrebbe porre è la presentazione di un candidato unico del Pd in caso di primarie di coalizione. Il secondo paletto è l’introduzione di un meccanismo che permetta agli iscritti di scegliere, caso per caso, se indire o meno le primarie e quindi allargare la partecipazione al voto anche ai semplici elettori. Un’eventuale decisione in merito spetterebbe comunque all’assemblea nazionale dei delegati. Secondo Arturo Parisi, intervistato da Repubblica, “abbandonare le primarie significa riconoscere il fallimento del Partito democratico”. “Quelle che fanno male al Pd – spiega l’ex ministro - sono le primarie finte. O le primarie sono vere, cioè aperte e trasparenti, o illudersi di poter continuare con primarie finte, pensate come un plebiscito attorno al candidato che il gruppo dirigente del partito ha predestinato alla vittoria, fa male a noi e fa male alla democrazia. È per questo che le primarie restano un punto di riferimento”. A pensarla come Parisi è Piero Fassino, che, intervistato da Youdem, non valuta positivamente la strategia di “mettere in discussione le primarie quando invece dovremmo trasmettere entusiasmo nei nostri elettori perché si rechino lì”, riferendosi così alle imminenti consultazioni che si svolgeranno a breve a Bologna, Napoli e Torino (dove egli è candidato). “Penso sia più opportuno archiviare questo dibattito anche perché le primarie le abbiamo pensate per ridurre le distanze tra la politica e i cittadini. A chi propone di superare le primarie – conclude Fassino - chiedo: per sostituirle con che cosa?”. Ancora più critico verso la riforma bersaniana è l’editoriale di oggi del quotidiano Europa. Il problema, secondo quanto scrive Europa, risiede nel fatto che, al momento, c’è la necessità all’interno del Pd di eliminare le uniche primarie utili, ossia quelle per l’individuazione del candidato premier. “Il Pd è un partito in ritirata (strategica, si dice) che ha riabilitato la politica delle alleanze - si legge nell’articolo - e che deve concedere agli alleati molto senza però correre il rischio di farsi smentire dai propri elettori, come avverrebbe non solo con Casini leader ma con chiunque non incarnasse una certa idea pura dell’essere di sinistra e contro Berlusconi. “Tutte le obiezioni – attacca il quotidiano ex Margherita - che si avanzano contro questo strumento non esistevano o non avevano spazio nelle fasi di espansione del centrosinistra (con Prodi nel 2005, le uniche primarie per un premier) o del Pd (con Veltroni nel 2007)”. Il problema di fondo risiede nel rapporto tra la classe dirigente del partito e la sua base: “La diffidenza che nel Pd si nutre verso lo strumento nasce dall’esigenza di difendersi dal proprio elettorato, nella consapevolezza di non essere in grado di spiegargli né di fargli accettare (se non forse nel momento estremo del duello con Berlusconi) le scelte che si ritengono giuste”. Tesi quest’ultima abbracciata anche dal vendoliano Gennaro Migliore, secondo il quale “il Pd non ha paura delle primarie ma del suo elettorato visto che la maggioranza di chi vota Pd aspetta il governatore pugliese”.
In difesa delle primarie si schiera anche l’ulivista Sandro Gozi, secondo cui “abbandonare le primarie significa snaturare il nostro partito. Non si deve snaturare il partito per rincorrere Casini, che sembra sempre più intenzionato a dare un appoggio a questa maggioranza”. Gozi, allontana così dallo scenario politico qualsiasi ipotesi di governi tecnici a guida Tremonti, che “avrebbe forse il solo voto dell'attuale classe dirigente del Pd, la nostra gente, la nostra base sarebbe giustamente altrove a fare opposizione". Per Gozi "lo strumento delle primarie non è sbagliato, sono sbagliati i 'candidati ufficiali del Pd'. Puglia e Firenze insegnano: hanno vinto i candidati che meglio hanno saputo interpretare la sfida di un centrosinistra innovatore e hanno dato senso ad un momento di grande competizione democratica come quello delle primarie”. Il “rottamatore” Giuseppe Civati, consigliere regionale lombardo, dalle pagine del suo blog lancia un appello in favore delle primarie promuovendo “un incontro dedicato ad un Pd restituito ai suoi elettori, quelli che in questi giorni si sono detti molto preoccupati e non sempre si sono sentiti nelle condizioni di comprendere le scelte dei vertici nazionali”. L’evento si terrà il 12 gennaio, il giorno prima della direzione nazionale del Pd. Una giornata chiave per l’avvio del 2011 tra i democrat. Altro appuntamento fondamentale sarà poi, il 22 gennaio, il “Lingotto due” promosso da Veltroni. Con l’appuntamento veltroniano di Torino, il tema delle primarie, certamente al centro anche della discussione del 13 gennaio, potrebbe essere potentemente rilanciato.
 
(spk) 5 gen 2011 18:20

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