Roma, 3 dic (Il Velino) - “La creazione di una maggioranza parlamentare antiberlusconiana, ammesso che si trovino i numeri, sarebbe non solo un regalo propagandistico fatto al Cavaliere, ma un oggettivo obbrobrio politico-istituzionale”. Così Alessandro Campi, direttore scientifico di Fare Futuro (ruolo che secondo un indiscrezione di Libero, però non confermata, abbandonerebbe dopo il voto di fiducia), in un editoriale pubblicato ieri sul Mattino, ha bocciato l’idea del governo tecnico. “Non sarebbe solo il governo degli sconfitti a danno dei vincitori,- scrive Campi - ma un esecutivo senza nerbo politico, senza programma e obiettivo, destinato a durare appena qualche mese. Insomma, un'operazione di Palazzo che i cittadini non gradirebbero e, soprattutto, una soluzione inutile per affrontare e risolvere i problemi dell'Italia”. “I suoi fautori - spiega Campi - lo definiscono tecnico o istituzionale, dal momento che dovrebbe occuparsi in particolare della riforma della legge elettorale e della crisi finanziaria che incombe sul Paese, in realtà si tratterebbe di un cartello di forze (dal Pd ai finiani, passando per Rutelli e Casini, con Di Pietro che si è già chiamato fuori) tenuto insieme solo dalla volontà di liberarsi una volta per tutte del Cavaliere. Obiettivo grandioso, all'apparenza e nell'immediato, ma in prospettiva politicamente ben misero, vista la fragilità di una simile operazione”. Anche l’idea di un Berlusconi bis con dentro i finiani e l’Udc viene scartata da Ciampi, secondo cui è impensabile che: “Berlusconi, all'ultimo momento, pur di restare in sella finisca per assecondare la richiesta di Fini di un nuovo patto di legislatura all'interno dell'attuale centrodestra, ovvero - in via subordinata - che accetti una crisi pilotata che, passando per le sue dimissioni, porti ad una maggioranza allargata all'Udc e ad un nuovo governo da lui nuovamente guidato. Il rischio è quello di diventare prigioniero in Parlamento degli odiati finiani per i due anni a venire”. Secondo il direttore scientifico della fondazione di Fini, la scelta di andare ad elezioni anticipate sarebbe invece un errore perché, con questa legge elettorale, si correrebbe il rischio di trovarsi con un Parlamento ancora più instabile. La soluzione, sinora poco presa in considerazione, “potrebbe essere un autentico governo di unità o responsabilità nazionale al quale offrano il loro sostegno le forze principali presenti in Parlamento: dal Popolo della Libertà al Partito democratico, dall'Udc ai finiani, comprendendo chiunque vorrà starci. La sua guida potrebbe anche essere tecnica o super partes, ma la sua natura sarebbe inevitabilmente politica. Non apparirebbe - conclude Campi - come il frutto di un ribaltone a danno dell'attuale maggioranza, che anzi avrebbe un ruolo decisivo nel definire il programma, per definizione ambizioso e fattivo, di un simile esecutivo”.
(spk) 3 dic 2010 17:58
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