“Questa manovra la pagano tutti tranne chi ha i soldi. E' una delle più ingiuste che io ricordi ed è ingiusta anche nelle misure per la ricostruzione dell'Aquila''. Con queste parole il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, arrivato in pullman all’Aquila insieme a più di cento deputati del Pd, ha attaccato la manovra economica del governo ed ha chiesto che ''il terremoto abruzzese non sia di serie B ma la ricostruzione venga affrontata con quelle leggi enormi applicate per tutti gli altri terremoti''. Già alla partenza da Roma Bersani aveva detto: “il terremoto dell'Aquila è una delle chiavi del berlusconismo, prima il miracolo dell'emergenza raccontato nei tg, con alcune cose fatte e altre no, poi l'abbandono” e perciò è necessaria una legge ad hoc come è già avvenuto per i precedenti terremoti dell’Umbria e delle Marche e in più servono risorse certe pari a 1,5 miliardi l'anno per sette anni. ''Certo che sembra – ha attaccato Bersani - una città bombardata ma non basta la descrizione bisogna affrontare la situazione e noi siamo pronti a fare seriamente la nostra parte perché è inconcepibile che gli aquilani ottengano qualcosa solo se vengono a manifestare a Roma''. Per quanto riguarda le prospettive politiche, il segretario del Pd prima della partenza era tornato a chiedere le elezioni anticipate perchè "così non si può andare avanti".
sabato 5 febbraio 2011
POL - * Bersani chiede legge ad hoc per L'Aquila ed elezioni anticipate
Roma, 27 lug (Il Velino) -
“Questa manovra la pagano tutti tranne chi ha i soldi. E' una delle più ingiuste che io ricordi ed è ingiusta anche nelle misure per la ricostruzione dell'Aquila''. Con queste parole il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, arrivato in pullman all’Aquila insieme a più di cento deputati del Pd, ha attaccato la manovra economica del governo ed ha chiesto che ''il terremoto abruzzese non sia di serie B ma la ricostruzione venga affrontata con quelle leggi enormi applicate per tutti gli altri terremoti''. Già alla partenza da Roma Bersani aveva detto: “il terremoto dell'Aquila è una delle chiavi del berlusconismo, prima il miracolo dell'emergenza raccontato nei tg, con alcune cose fatte e altre no, poi l'abbandono” e perciò è necessaria una legge ad hoc come è già avvenuto per i precedenti terremoti dell’Umbria e delle Marche e in più servono risorse certe pari a 1,5 miliardi l'anno per sette anni. ''Certo che sembra – ha attaccato Bersani - una città bombardata ma non basta la descrizione bisogna affrontare la situazione e noi siamo pronti a fare seriamente la nostra parte perché è inconcepibile che gli aquilani ottengano qualcosa solo se vengono a manifestare a Roma''. Per quanto riguarda le prospettive politiche, il segretario del Pd prima della partenza era tornato a chiedere le elezioni anticipate perchè "così non si può andare avanti".
(spk) 27 lug 2010 20:1
“Questa manovra la pagano tutti tranne chi ha i soldi. E' una delle più ingiuste che io ricordi ed è ingiusta anche nelle misure per la ricostruzione dell'Aquila''. Con queste parole il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, arrivato in pullman all’Aquila insieme a più di cento deputati del Pd, ha attaccato la manovra economica del governo ed ha chiesto che ''il terremoto abruzzese non sia di serie B ma la ricostruzione venga affrontata con quelle leggi enormi applicate per tutti gli altri terremoti''. Già alla partenza da Roma Bersani aveva detto: “il terremoto dell'Aquila è una delle chiavi del berlusconismo, prima il miracolo dell'emergenza raccontato nei tg, con alcune cose fatte e altre no, poi l'abbandono” e perciò è necessaria una legge ad hoc come è già avvenuto per i precedenti terremoti dell’Umbria e delle Marche e in più servono risorse certe pari a 1,5 miliardi l'anno per sette anni. ''Certo che sembra – ha attaccato Bersani - una città bombardata ma non basta la descrizione bisogna affrontare la situazione e noi siamo pronti a fare seriamente la nostra parte perché è inconcepibile che gli aquilani ottengano qualcosa solo se vengono a manifestare a Roma''. Per quanto riguarda le prospettive politiche, il segretario del Pd prima della partenza era tornato a chiedere le elezioni anticipate perchè "così non si può andare avanti".
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