
A stretto giro di posta è arrivata la risposta dal Pdl. In un audiomessaggio ai Promotori della Libertà, è lo stesso Berlusconi a osservare che in questa estate (che “passerà alla storia per il ritorno alla vecchia politica del teatrino”) “i politici di professione e i loro giornalisti di riferimento discutono tra loro di ammucchiate fuori del tempo. Come si può pensare, nell’anno di grazia 2010, a resuscitare alleanze dal collante incerto, dai programmi ancora più incerti, dalle prospettive addirittura incertissime?”. A seguire la stoccata del portavoce del Pdl Daniele Capezzone: “Bersani – ha ribadito - ripropone la solita vecchia logica, il solito schema stantio, e cioè un'ammucchiata in salsa antiberlusconiana, che unisca tutto e il contrario di tutto”. Una proposta, ha ricordato il portavoce del Pdl, che “gli italiani hanno ripetutamente bocciato”. “È avvilente – ha aggiunto - che, dopo mesi di silenzio, il leader del Pd che aveva vinto il congresso su una linea riformista non sappia trovare altro che riscaldare la solita minestra". In serata è arrivata la risposta del segretario democratico a Berlusconi: “Adesso no, adesso basta – ha detto parlando con i cronisti a Pontelagoscuro -. La mia è una proposta politica chiara e precisa. La sua, è un'ammucchiata”, dove “si manganellano tutti i giorni”. Ad ogni modo, la lettera di Bersani ha acceso il dibattito anche all’interno del Pd. Secondo il presidente del Pd Rosy Bindi, “Bersani restituisce credibilità e forza alla nostra alternativa con lo stesso respiro dell'idea originaria dell'Ulivo”. Un plauso è arrivato dal prodiano Franco Monaco (che l’altro giorno aveva criticato la lettera di Walter Vetroni): “Il nuovo Ulivo è la strada giusta”. E ha ricordato come da parte di Bersani ci sia “il proposito di riprendere il filo del progetto dell'Ulivo di Prodi, di segnare una discontinuità rispetto alla linea veltroniana di una velleitaria autosufficienza del Pd e con la convinzione che la politica delle alleanze era nel dna dell'Ulivo e deve esserlo anche in quello del Pd”.
Monaco ha suggerito a Bersani di muoversi “nel perimetro più largo possibile”, senza escludere nessuno dal nuovo Ulivo, nemmeno l’Udc. Secondo il senatore democrat Vincenzo Vita c’è qualche lacuna nella missiva del segretario. “L'attenzione ai potenziali schieramenti dell'alternativa – ha osservato - sembra prevalere sui contenuti effettivi su cui battersi”. Francesco Boccia, deputato Pd, ha definito il percorso indicato nella lettera “coraggioso e moderno, tiene conto delle nuove sfide, disegna alleanze inedite e parte da certezza politica di fondo: la centralita' del Pd''. Per Sergio D'Antoni “la priorità” è “far tornare a casa una volta per tutte il Cavaliere”. D’accordo, ma con qualche precisazione, anche Enrico Gasbarra. Il quale ha ammonito: “Il nuovo Ulivo non deve finire dentro una matrioska”. E “al primo posto deve valere il dogma dell’unità”. D’accordo con Bersani anche il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, che ha chiesto anche una nuova legge elettorale. Aperture al segretario del Pd sono arrivate anche dalla sinistra. Paolo Ferrero, segretario del Prc-Federazione della sinistra, dopo aver premesso che “il nostro progetto politico non è un nuovo Ulivo, ma quello di unire tutta la sinistra di alternativa”, ha lasciato la porta aperta: “Questa diversità di progetti politici – ha detto - non toglie però nulla alla necessità che tutte le forze democratiche si presentino unite alle prossime elezioni”. Diretto il leader dei Verdi Angelo Bonelli. "Chiamare alla coesione e all'unità tutte le culture politiche – ha argomentato - significa archiviare la stagione dell'autosufficienza che tanti danni ha prodotto”. Stringato il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: "Mi sembra positiva – ha dichiarato - l'intenzione di Bersani di assumersi la responsabilità di riorganizzare l'area della sinistra democratica”. Poi ha aggiunto che è “condivisibile anche per noi il tema di restituire ai cittadini la responsabilità nell'indicare i propri parlamentari”.
(spk/mlm) 26 ago 2010 11:20
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