domenica 6 febbraio 2011

POL - Pd, Chiamparino concorda con Veltroni. Latorre e Vendola no

Pd, Chiamparino concorda con Veltroni. Latorre e Vendola no
Roma, 25 ago (Il Velino) - “Certo non è infondata la critica secondo cui non avere in un ticket nessuno che parli al mondo cattolico può essere un problema. Anche se poi non è detto che per parlare ai democristiani ci voglia un democristiano. Ma è vero che un ticket così potrebbe apparire agli occhi di qualcuno troppo sbilanciato a sinistra”. Con queste parole rilasciate ieri al tg3 anche Sergio Chiamparino ha commentato l’ipotesi di un possibile ticket con Vendola per la guida del centrosinistra. Sarebbe meglio un ticket “con qualcuno che sia maggiormente interprete degli umori di un centro moderato, qualcuno tipo Enrico Letta per intenderci, che secondo me ha le caratteristiche per fare lui il leader”. Sul merito del dibattito innescato ieri dall’articolo di Veltroni sul Corriere della Sera, Chiamparino ha dato il pieno appoggio alla tesi dell’ex segretario del Pd. “Se si vuole liberare l’Italia da Berlusconi – ha spiegato il sindaco di Torino - bisogna trovare un’ alternativa credibile agli occhi degli italiani. Le regionali hanno dimostrato che la politica non va confusa con l’aritmetica: quanto più allarghi, tanto più si diradano i confini programmatici”. Secondo Chiamparino le coalizioni si costruiscono sui programmi e mai in funzione “anti” e per questo è meglio accantonare “l’idea di un Comitato di Liberazione Nazionale”. Chiamparino, pur condividendo la difesa veltroniana del bipolarismo, ha precisato che “tutte le leggi elettorali, meglio il mattarellum, peggio l’attuale, da una parte hanno favorito l’integrazione, dall’altra parte però hanno consentito ai partiti un minuto dopo le elezioni di vivere e brillare di luce propria. Come ha fatto Di Pietro”. Di diversa opinione è il senatore Latorre che dalle colonne del Mattino ha dichiarato che “la vocazione maggioritaria è una politica abbondantemente sperimentata e purtroppo abbondantemente sconfitta. Se l'interpretazione di Veltroni è questa, è un ritorno all'indietro”. “La nostalgia per un sistema bipartitico è legittima – ha proseguito Latorre - ma la pratica è stata archiviata dal congresso e dai fatti". Quanto alla legge elettorale secondo Latorre “serve un sistema che restituisca ai cittadini la scelta dell'eletto non faccia arretrare dal sistema dell'alternanza e non istituzionalizzi un bipartitismo rifiutato dalla società italiana”. Sulla polemica si inserisce anche Nichi Vendola che, intervista dal Manifesto, ha affermato che “il 2008 è stato una sconfitta drammatica, perché ha seppellito una breve e disastrosa esperienza di coalizione di centrosinistra con una grande presunzione illuministica: il mito dell'autosufficienza”. È per questo che Vendola è favorevole alla proposta dell’Idv di ritrovare l’unità perduta, ma non basta rimettersi insieme. “Serve -  ha spiegato Vendola - un’alleanza con il popolo largo”. Nel caso di crisi di governo, infine, per il presidente della Puglia la via da seguire è quella della formazione di un esecutivo con lo stretto mandato del cambio della legge elettorale e di una regolamentazione del conflitto di interessi. Dalle colonne di Europa, invece, Fassino  ha sottolineato la necessità di un' alternativa che cammini su due gambe, ossia su un programma che parli al paese, come  scritto da Veltroni, ma anche su uno schieramento che lo porti avanti. " Io non  penso  - ha dichiarato Fassino - che un'alleanza che vada dall'Udc alla sinistra passando per il Pd sia un'ammucchiata. D'altra parte e' un'alleanza che abbiamo già sperimentato due volte: alle regionali e al secondo turno delle amministrative del 2009. Senza contare che in Parlamento abbiamo votato assieme il 95 per cento delle volte". "La vocazione maggioritaria - ha concluso Fassino - significa che il Pd deve avere un consenso largo, ma che non è esclusivo e che ha la capacità di guidare una coalizione. Nessuno ha mai pensato di poter prendere il 51 per cento". Se il governo dovesse cadere, secondo Fassino, invece, servirebbe un governo per modificare la legge elettorale eppoi si dovrebbe tornare alle  urne e il Pd alle primarie dovrebbe sostenere Bersani.
 
(Francesco Curridori) 25 ago 2010 12:26

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