Roma, 26 giu (Velino) - Bersani, Franceschini, Chiamparino. A urne chiuse sono questi i nomi che circolano per il Pd che andrà a congresso in autunno. Il problema di selezione della classe dirigente per il Partito democratico che in due anni ha già avuto due segretari e ora si appresta probabilmente a eleggerne un terzo. Il Pd è nato con la novità delle primarie e con l’elezione plebiscitaria di Veltroni, il quale però, dopo aver perso le politiche e le regionali in Abruzzo e in Sardegna, si è dovuto dimettere. Le primarie, infatti, non hanno garantito una leadership forte alla sinistra. Franceschini, eletto a febbraio dalla assemblea nazionale, doveva essere un segretario a tempo ed invece ora si ricandida contro Bersani e probabilmente anche contro Chiamparino, che potrebbe ufficializzare a breve la sua candidatura. Anche stavolta sembra ripresentarsi il vecchio gioco delle correnti: un ex diessino, Bersani, un ex diellino, Franceschini e un esponente del Pd del Nord, Chiamparino. Il regolamento per l’elezione a segretario del Pd è molto farraginoso e sembra essere stato approvato proprio per favorire l’oligarchia al governo e per impedire l’ascesa di outsider. Il 10 ottobre si terrà il congresso che selezionerà i candidati alla segreteria che poi il 24 si presenteranno alle primarie. Potranno votare anche i non iscritti e se nessuno dei candidati raggiungerà la maggioranza assoluta, si andrà al ballottaggio con voto segreto all'assemblea nazionale tra i due candidati più votati alle primarie.
Il Popolo della Libertà, nato il 27 marzo sulla spinta del ‘discorso del predellino’ di Berlusconi a piazza san Babila del novembre 2007, avrà il problema inverso quando dovrà individuare il successore di Silvio Berlusconi. Lo statuto del Pdl, infatti, presenta una visione di partito di stampo più verticistico dove però si alternano metodi di partecipazione da prima Repubblica a metodi più moderni come l’iscrizione al partito via internet. Non vi è dubbio però che il partito avrà bisogno di alcuni anni di rodaggio per perfezionare i suoi meccanismi interni e per favorire la nascita di una leadership forte che non sia decisa a tavolino dalle oligarchie di partito. Storicamente, infatti, la destra non è mai stata guidata da oligarchie di partito, ma ha sempre avuto dei leader forti e carismatici. Si pensi alla storia del Movimento sociale che fu retto principalmente da Michelini, Almirante e Fini oppure a Forza Italia e Alleanza nazionale che in 15 anni di storia hanno avuto un solo segretario. È perciò impensabile che il nuovo partito, il Pdl, trovi il suo successore grazie a trame di palazzo, come sostiene il Financial Times, proprio perché a destra la leadership delle essere riconosciuta unanimemente dalla base. Recentemente lo stesso Berlusconi nell'intervista rilasciata a 'Chi' ha spiegato che non intende nominare alcun successore in quanto: ''Solo i monarchi hanno eredi. Io non sono un monarca, non ho ricevuto investiture se non dalla gente''. Nella Prima Repubblica i partiti erano governati dai “signori delle tessere” perché appunto vi era una maggiore partecipazione degli iscritti, mentre la Seconda Repubblica ha introdotto il partito-persona ossia quel partito talmente legato al suo leader da inserire il suo nome sul simbolo del partito. La Terza Repubblica potrebbe essere l’occasione per superare le degenerazioni delle “repubbliche” precedenti e favorire la nascita di regole chiare per i partiti, regole stabilite per legge.(spk)
Il Popolo della Libertà, nato il 27 marzo sulla spinta del ‘discorso del predellino’ di Berlusconi a piazza san Babila del novembre 2007, avrà il problema inverso quando dovrà individuare il successore di Silvio Berlusconi. Lo statuto del Pdl, infatti, presenta una visione di partito di stampo più verticistico dove però si alternano metodi di partecipazione da prima Repubblica a metodi più moderni come l’iscrizione al partito via internet. Non vi è dubbio però che il partito avrà bisogno di alcuni anni di rodaggio per perfezionare i suoi meccanismi interni e per favorire la nascita di una leadership forte che non sia decisa a tavolino dalle oligarchie di partito. Storicamente, infatti, la destra non è mai stata guidata da oligarchie di partito, ma ha sempre avuto dei leader forti e carismatici. Si pensi alla storia del Movimento sociale che fu retto principalmente da Michelini, Almirante e Fini oppure a Forza Italia e Alleanza nazionale che in 15 anni di storia hanno avuto un solo segretario. È perciò impensabile che il nuovo partito, il Pdl, trovi il suo successore grazie a trame di palazzo, come sostiene il Financial Times, proprio perché a destra la leadership delle essere riconosciuta unanimemente dalla base. Recentemente lo stesso Berlusconi nell'intervista rilasciata a 'Chi' ha spiegato che non intende nominare alcun successore in quanto: ''Solo i monarchi hanno eredi. Io non sono un monarca, non ho ricevuto investiture se non dalla gente''. Nella Prima Repubblica i partiti erano governati dai “signori delle tessere” perché appunto vi era una maggiore partecipazione degli iscritti, mentre la Seconda Repubblica ha introdotto il partito-persona ossia quel partito talmente legato al suo leader da inserire il suo nome sul simbolo del partito. La Terza Repubblica potrebbe essere l’occasione per superare le degenerazioni delle “repubbliche” precedenti e favorire la nascita di regole chiare per i partiti, regole stabilite per legge.(spk)
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