mercoledì 2 febbraio 2011

POL - Amministrative, nuova "geografia" dopo l'avanzata di Pdl e Lega

Roma - Dopo i ballottaggi di domenica e lunedì Dario Franceschini, attuale segretario del Pd che proprio oggi ha riproposto la sua candidatura per il Congresso autunnale del partito, si è detto soddisfatto degli esiti ottenuti, in quanto il centrosinistra è riuscito a mantenere il governo di alcune grandi città (Padova, Bologna, Firenze e Bari) e ha affermato che “è iniziato il declino della destra”. A lui ha replicato subito Berlusconi il quale con una nota da Palazzo Chigi ha spiegato che “se questa per l'opposizione e' una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così. La campagna elettorale si e' conclusa nel seguente modo: prima delle elezioni amministrative, e relativamente alla popolazione interessata dal voto, il centrodestra rappresentava 5.358.810 cittadini e governava in 9 province. Il centrosinistra rappresentava 27.541.359 cittadini e governava in 50 province. Altre 3 province (Monza-Brianza, Bat e Fermo) erano di nuova istituzione e interessavano 1.280.809 cittadini. Oggi, il quadro si e' ribaltato: il centrodestra rappresenta 21.250592 cittadini e governa in 34 province. Il centrosinistra rappresenta 12.930.386 cittadini e governa in 28 province. Il centrodestra ha conquistato 25 province in piu' ed ha quadruplicato la popolazione rappresentata. Il centrosinistra ha perso 22 province ed ha piu' che dimezzato la popolazione rappresentata".
Anche il professor Luca Ricolfi stamattina sulle colonne della ‘Stampa’ è stato molto critico nei confronti della battuta di Franceschini e ha spiegato che “per capire dove tira il vento della politica c’è un sistema molto semplice: contare in quanti casi c’è stato un cambiamento di colore politico, e confrontare il numero di amministrazioni conquistate dai due schieramenti, ossia i passaggi da destra a sinistra e viceversa. Ebbene l’esito non potrebbe essere più chiaro: su 32 amministrazioni che hanno cambiato colore non ve n’è neanche una che sia passata da destra a sinistra, perché tutte - ossia 32 su 32 - sono passate da sinistra a destra”. Ricolfi ha sottolineato come prima il centrosinistra governava l’84 per cento delle province e dei comuni capuologhi italiani, e ora ne governa solo il 48 per cento; mentre il centrodestra è passato dal 16 per cento al 50 per cento.
La dichiarazione di Franceschini secondo cui il Pd mantiene la maggioranza dei grandi comuni è invece vera. Con la conferma di Firenze, Bologna e Bari i comuni capoluoghi di regione continuano ad essere in mano alla sinistra (14 su 20), ma il centrodestra, oltre a Trieste, Cagliari, Campobasso e Palermo, governa anche Roma, la capitale politica, e Milano, la capitale economica del Paese. Se invece si prendono in considerazione i comuni dei capoluoghi delle 110 province si nota che il distacco tra centrodestra e centrosinistra non è così rilevante. Escludendo dal conto Aosta, Bolzano e Trento che sono province autonome, si nota che 51 amministrazioni comunali sono governate dal centrosinistra, ma 47 ormai dal centrodestra e 3 da liste civiche. L’Italia profonda e produttiva del Nord preferisce il centrodestra, soprattutto in Piemonte e Lombardia, mentre nel “verde-azzurro” Veneto solo i comuni di Verona, Treviso e Belluno sono governati da Lega e Pdl. Padova e Rovigo dove si è votato in questa tornata elettorale, sono controllate dalla sinistra, così come lo è Vicenza già da un anno. Nella Venezia governata da Massimo Cacciari, anima critica del Pd, si voterà invece il prossimo anno.
Nelle “regioni rosse”, Marche, Umbria, Emilia e Toscana il Pd spadroneggia ma la storica conquista del comune di Prato di lunedì segue quelle già avvenute a Parma e Lucca negli scorsi anni. È al Centro Sud che il Pdl ottiene comunque le maggiori soddisfazioni dopo la vittoria a Teramo, Pescara ed Ascoli. Nel Lazio il centrodestra, dopo la storica vittoria di un anno fa di Alemanno a Roma, governa tutti i capoluoghi di provincia della regione ad eccezione di Frosinone. In Campania, invece, per ora, amministra la sinistra, ma il comune di Caserta è stato già commissariato e le amministrazioni comunali, a partire da Napoli, sono vicine all'esaurimento del mandato.
In Puglia, se è vero che da un lato c’è da registrare la vittoria di Emiliano a Bari, il centrodestra ha vinto a Lecce e Brindisi. In Sicilia, dopo la vittoria del pidiellino Michele Campisi al ballottaggio di Caltanissetta di domenica, alla sinistra resta solo la città di Enna. Ad Agrigento il sindaco è Michele Zambuto, ex esponente dell'Udc siciliano: 1era stato eletto nel 2007 con l'appoggio dell'Unione, ma nel marzo 2008 ha aderito al Pdl. In Sardegna, dopo la riforma statutaria regionale, si sono introdotte quattro nuove “province-regionali”, alcune delle quali hanno il doppio capoluogo. In totale otto province e 11 comuni capoluogo di cui 4 governati dal centrosinistra, 4 da centrodestra e 3 da liste civiche. Alla resa dei conti risulta evidente come l'opera di radicamento territoriale del centrodestra, a quattro mesi dalla nascita del Pdl, sia già in uno stato molto avanzato. (spk)

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