Unione politica o soltanto economica?
UNIONE EUROPEA: DOPO 50 ANNI è ANCORA GIOVANE
Promossa in economia, bocciata in politica estera La prima forma di entità sovranazionale in Europa è nata ufficialmente il 25 marzo del 1957, quando Italia, Francia, Germania Ovest, Belgio, Lussemburgo e Olanda firmarono i Trattati di Roma, che decretarono la nascita della CEE, ossia della Comunità Economica Europea. Un primo accenno di unione economica si ebbe però già sei anni prima con l’istituzione della CECA, comunità europea del carbone e dell’acciaio, mentre risultò fin da subito difficile creare istituzioni politiche condivise, come dimostra il fallimento della CED, comunità europea di difesa.
Nonostante le difficoltà il processo di unificazione dell’Europa è proseguito e nel 1993 gli ormai 12 stati membri firmano il Trattato di Maastricht, col quale si impegnano a rispettare i cosiddetti “parametri” economici, primo passo verso la moneta unica, l’euro.
La CEE diventa UE, Unione Europea, e gli stati membri si sentono sempre più minacciati nella loro autonomia. Nascono gli euroscettici e si parla di “Europa dei banchieri e dei burocrati”. Molti timori si sono stemperati quando, dopo il 2002, anno dell’introduzione dell’euro, l’economia del vecchio continente comincia a decollare. Nel 2004 l’UE si è allargata di nuovo ed è ormai composta da 27 stati, di cui soltanto 13 adottano l’euro perché Gran Bretagna e Danimarca non hanno aderito e perchè i nuovi entrati devono prima riuscire a rispettare i parametri di Maastricht.
Nonostante l’Europa marci a due velocità è comunque riuscita nel 2006 ad avere una crescita economica del 2,7% nell’area dell’euro e del 2,9% nell’UE. Restano tuttavia molte perplessità, soprattutto in Italia, dove il change over lira-euro è stato percepito meno favorevolmente che negli altri Paesi. Se è vero, infatti, che l’euro batte spesso il dollaro, è altrettanto vero che con l’euro nel bel Paese il costo della vita è aumentato notevolmente. Questo si evidenzia non solo valutando l’aumento del prezzo delle zucchine, ma soprattutto l’aumento degli affitti nella capitale in quanto dopo il 2002 800 mila lire sono diventate inspiegabilmente 800 euro.
Al di là di questo problema, l’Europa piace di più agli italiani che ai francesi ed ai danesi che, diversamente da noi, hanno bocciato con un referendum il Trattato per la Costituzione europea. Le difficoltà delle istituzioni politiche europee derivano attualmente, infatti, dal fatto che ogni Paese membro ha il diritto di porre il veto sulle decisioni da prendere. Il neo-eletto Presidente della Francia, Nicolas Sarkozy, nel suo primo discorso pubblico ha detto: “Sono sempre stato europeista, e credo alla costruzione europea e questa sera tutti noi siamo più europei”, ribadendo così il suo impegno per l’approvazione di un nuovo Trattato da tutti i Paesi membri dell’Ue. Un altro nodo di stretta attualità è il futuro ingresso della Turchia nell’Ue che, dopo i recenti fatti interni, rischia di essere compromesso perché accrescerebbe i malumori di chi, come lo stesso Sarkozy ed il cancelliere tedesco Merkel, si è detto contrario.
Il vecchio continente si mostra perciò ancora una volta troppo giovane ed inesperto nell’affrontare con una visione unitaria i problemi di politica estera.
UNIONE EUROPEA: DOPO 50 ANNI è ANCORA GIOVANE
Promossa in economia, bocciata in politica estera La prima forma di entità sovranazionale in Europa è nata ufficialmente il 25 marzo del 1957, quando Italia, Francia, Germania Ovest, Belgio, Lussemburgo e Olanda firmarono i Trattati di Roma, che decretarono la nascita della CEE, ossia della Comunità Economica Europea. Un primo accenno di unione economica si ebbe però già sei anni prima con l’istituzione della CECA, comunità europea del carbone e dell’acciaio, mentre risultò fin da subito difficile creare istituzioni politiche condivise, come dimostra il fallimento della CED, comunità europea di difesa.
Nonostante le difficoltà il processo di unificazione dell’Europa è proseguito e nel 1993 gli ormai 12 stati membri firmano il Trattato di Maastricht, col quale si impegnano a rispettare i cosiddetti “parametri” economici, primo passo verso la moneta unica, l’euro.
La CEE diventa UE, Unione Europea, e gli stati membri si sentono sempre più minacciati nella loro autonomia. Nascono gli euroscettici e si parla di “Europa dei banchieri e dei burocrati”. Molti timori si sono stemperati quando, dopo il 2002, anno dell’introduzione dell’euro, l’economia del vecchio continente comincia a decollare. Nel 2004 l’UE si è allargata di nuovo ed è ormai composta da 27 stati, di cui soltanto 13 adottano l’euro perché Gran Bretagna e Danimarca non hanno aderito e perchè i nuovi entrati devono prima riuscire a rispettare i parametri di Maastricht.
Nonostante l’Europa marci a due velocità è comunque riuscita nel 2006 ad avere una crescita economica del 2,7% nell’area dell’euro e del 2,9% nell’UE. Restano tuttavia molte perplessità, soprattutto in Italia, dove il change over lira-euro è stato percepito meno favorevolmente che negli altri Paesi. Se è vero, infatti, che l’euro batte spesso il dollaro, è altrettanto vero che con l’euro nel bel Paese il costo della vita è aumentato notevolmente. Questo si evidenzia non solo valutando l’aumento del prezzo delle zucchine, ma soprattutto l’aumento degli affitti nella capitale in quanto dopo il 2002 800 mila lire sono diventate inspiegabilmente 800 euro.
Al di là di questo problema, l’Europa piace di più agli italiani che ai francesi ed ai danesi che, diversamente da noi, hanno bocciato con un referendum il Trattato per la Costituzione europea. Le difficoltà delle istituzioni politiche europee derivano attualmente, infatti, dal fatto che ogni Paese membro ha il diritto di porre il veto sulle decisioni da prendere. Il neo-eletto Presidente della Francia, Nicolas Sarkozy, nel suo primo discorso pubblico ha detto: “Sono sempre stato europeista, e credo alla costruzione europea e questa sera tutti noi siamo più europei”, ribadendo così il suo impegno per l’approvazione di un nuovo Trattato da tutti i Paesi membri dell’Ue. Un altro nodo di stretta attualità è il futuro ingresso della Turchia nell’Ue che, dopo i recenti fatti interni, rischia di essere compromesso perché accrescerebbe i malumori di chi, come lo stesso Sarkozy ed il cancelliere tedesco Merkel, si è detto contrario.
Il vecchio continente si mostra perciò ancora una volta troppo giovane ed inesperto nell’affrontare con una visione unitaria i problemi di politica estera.
tratto da superkeko1982.blogspot.com
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