Delle 62 province andate alle urne in questa tornata elettorale estiva ben 34 sono state assegnate al centrodestra di cui 26 fin dal primo turno. Sono 28 le province confermate dal centrosinistra, che non è riuscito a strapparne nemmeno una al centrodestra. Centrodestra che invece ne espugna ben 25, con la conquista di Palazzo Isimbardi a Milano da parte di Podestà, il quale ha avuto la meglio dopo un appassionante testa a testa con il presidente uscente Penati. Il Pdl, insomma, con la Lega da oggi governa tutte le province della Lombardia e 4 su 5 in Veneto, dove Venezia e Belluno, con il ballottaggio, hanno cambiato colore tradendo il centrosinistra. L'onda verde-azzurra nel nord colpisce anche a Savona e Piacenza. Al Nord il centrodestra batte il centrosinistra 29 a 16, ma di queste 16 ben otto province sono della “rossa” Emilia. In Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria e Friuli il centrosinistra ora governa solo in sette province: Alessandria, Torino, Rovigo, Savona, Trieste, Genova e Gorizia e Mantova (dove non si è votato in questa tornata).
Il Centro Italia continua a essere un feudo della sinistra: in Toscana e in Umbria tutte le province restano alla sinistra. In Abruzzo il centrodestra aveva già fatto l'en-plein al primo turno e nel ballottaggio va in goal anche nelle Marche, dove conquista Ascoli e Macerata. Pesaro e Fermo erano già state assegnate al centrosinistra e perciò nelle "rosse" Marche si arriva ad una situazione di pareggio. In Molise invece il candidato di centrodestra aveva già vinto al primo turno con oltre il 64 per cento, mentre quello di centrosinistra si era fermato ad un misero 17 per cento. Nel Lazio la vittoria del centrodestra nella provincia di Frosinone si aggiunge a quella di Latina, mentre Rieti resta al Pd. Nel Sud la sinistra si conferma in Calabria con la vittoria a Cosenza e in Puglia vince a Brindisi e a Taranto, mentre il centrodestra, che aveva compiuto il cappotto in Campania già al primo turno, ora vince a Crotone in Calabria e in Puglia a Lecce, nonostante la rottura con la Poli Bortone. La sola Basilicata due settimane fa aveva già confermato di essere una regione tradizionalmente rossa con la vittoria del Pd a Matera e a Potenza. Per quanto riguarda i comuni, se il centrosinistra si conferma alla guida di città come Padova, Firenze, Bologna e Bari ma anche città più piccole come Montecatini dopo 10 anni, il centrodestra conquista il Comune di Prato, la seconda città della Toscana amministrata dalla sinistra praticamente dal dopoguerra ad oggi. Inoltre Orvieto, feudo rosso da oltre sessanta anni, diventa “azzurra”.
Tra il primo e secondo turno il centrosinistra si conferma nei comuni capoluoghi dell’Emilia, dell’Umbria e della Basilicata e nella campana Salerno. A Caltanissetta - dopo 12 anni di guida del centrosinistra - Cremona, Ascoli Piceno e Brindisi, però, si affermano i candidati di centrodestra. Un bilancio finale che vede il centrosinistra, insomma, in calo - dalle 50 province governate prima del voto - di quasi la metà e il centrodestra che prima ne contava sei e ora 34 avendone strappate ben 23 allo schieramento opposto. Stesso discorso per i comuni: il Pd ne aveva 25 e ora ne amministra 16. Il centrodestra ne governava 5 e ora potrà guidare 14 capoluoghi. (spk)
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