mercoledì 2 febbraio 2011

POL - *Pd, Franceschini riunisce "i suoi"

Roma, 28 lug (Velino) - I sostenitori alla riconferma di Dario Franceschini alla segreteria del Pd si sono riuniti stamattina nella sala dell'ex cinema Capranichetta dove si è tenuto il convegno “Costruiamo il Pd”, con la partecipazione dell’eurodeputato Sergio Cofferati e dello stesso Franceschini. In prima fila si riconoscevano gli ex ministri del Lavoro Cesare Damiano e Tiziano Treu e Luigi Nicolais, ex ministro alla Funzione Pubblica. Il primo a prendere la parola è stato però Sergio Cofferati, il quale dopo aver esposto una dettagliata analisi della crisi economica, ha spiegato che per quanto riguarda il welfare è “predominante l’universalità delle protezioni” in quanto “la forza del riformismo è garantire tutte le persone”. L’ex leader della Cgil ha spiegato di apprezzare il modello di partito proposto da Franceschini perchè “il Pd è tale se sempre e in ogni circostanza prefigura un insieme di culture diverse e stabilisce un campo nel quale queste diversità si confrontano lealmente per poi arrivare ad una sintesi”. Cofferati non vuole però accantonare il termine sinistra e le istanze che esso conserva, ma vuol essere lontano “dall’idea, da tanti sollecitata, di riproporre la contrapposizione tra una cultura riformista di centro e una cultura riformista di sinistra”.
Il problema, come spiegato anche dall’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, è appunto mescolare le varie culture e individuare “non solo un partito radicato nel territorio, ma anche un partito che faccia decidere i suoi iscritti”. “Noi possiamo discutere, anche dividerci ma alla fine bisogna prendere delle decisioni e sarebbe salutare per il nostro partito anche avere una voce sola, dopo che si sono prese le decisioni”. E questo tema, delle divisioni interne, veniva affrontato proprio mentre i partecipanti al convegno leggevano sull’Unità di oggi della “questione patrimoniale” del partito che rende ancor più difficile l’amalgama tra gli ex Ds e gli ex Margherita. Nel bel mezzo del convegno sono apparsi, senza però prendere la parola, anche Piero Fassino e Beppe Fioroni, il quale poco prima ha fatto colazione a Campo dei fiori con Massimo D’Alema.
A dimostrazione del fatto che la parole di Franceschini, secondo cui il segretario che uscirà dal congresso dovrà parlare con una voce sola, sono solo un auspicio perché il compito che spetta al futuro segretario nei prossimi quattro anni è proprio quello più difficile: costruire il partito. Un partito che, come ha spiegato Franceschini, “non abbiamo potuto fare nel modo necessario in questi 20 mesi perché abbiamo dovuto fare tutto correndo: la costituzione del partito, lo scioglimento dei due partiti precedenti, gli statuti, le regole e abbiamo affrontato due elezioni politiche nazionali e le elezioni amministrative”. Il Pd, secondo la visione dell’attuale segretario, deve darsi un’identità e deve essere un partito aperto con dei circoli dove vi sia una discussione vera non solo nella fase pre congressuale. Per Franceschini la stella polare resti Obama e la sua green economy, ma “Obama non ha proposto correzioni ne ha inseguito il modello capitalista, ma ha vinto mettendo in campo una gerarchia di valori rovesciata”.
tratto da www.ilvelino.it
 

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