Roma, 19 ago (Velino) - "Non soffriremo più il fenomeno Di Pietro". Parola del democratico Perluigi Bersani che, in un'intervista al settimanale Tempi, non esita a prendere le distanze dall'Idv dalla quale, aggiunge, "ci separa un modo diverso di fare opposizione". A stretto giro di posta arriva la replica di Antonio Di Pietro: “Prendiamo atto che per l’aspirante segretario del Pd l’Italia dei Valori è un partito da distruggere e comunque da avversare. Per noi resta prioritario far fronte comune per fermare il governo piduista, razzista e fascista di Berlusconi e del suo sodale Bossi”. È Twitter il mezzo cui Dario Franceschini si affida per rispondere a Bersani con un secco “promemoria”: “Uniamo gli sforzi dell'opposizione per contrastare gli avversari. E l'avversario del Pd si chiama Berlusconi. Non Di Pietro". Il segretario si fa forte di un sondaggio Ipsos che lo darebbe in vantaggio di dieci punti percentuali su Bersani nelle primarie del 25 ottobre. Secondo tale sondaggio il suo successo verrebbe proprio dalle regioni dove teoricamente l’ex ministro allo Sviluppo economico dovrebbe essere più forte: Piemonte, Liguria, Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, ma anche nella “rossa” Emilia Romagna, regione di cui Bersani fu presidente. E così si consuma l'ennesima frattura nell'opposizione. “Fra noi e Di Pietro esiste un diverso modo di fare opposizione: o unisci sul tema della democrazia o ti limiti a enunciarne le storture. Solo che questa seconda via, imboccata dal leader dell'Italia dei Valori, non ti porta da nessuna parte" spiega Bersani, secondo cui se il Pd "costruisce un'alternativa credibile al governo, tanti torneranno con noi, e non soffriremo più il fenomeno Di Pietro”. A lui replicano l'ex pm e anche Luigi de Magistris, europarlamentare Idv, secondo cui “l’Italia dei Valori negli ultimi due anni è stata l’unica seria opposizione al governo Berlusconi e gli italiani lo hanno capito bene". E attacca: "Troppo spesso il Pd - quello per intenderci che non ha mai voluto risolvere realmente i ‘conflitti d’interessi’ - è stato una stampella dell’attuale maggioranza”. Nell'intervista Bersani tratteggia inoltre il profilo del partito che ha in mente e che intende costruire se vincerà: "Propongo di emanciparci dalla storia dei nostri ultimi trent'anni e di andare a recuperare quelle che sono le nostre radici più profonde: quelle cattoliche popolari e quelle socialiste". Mentre in merito all’accusa che il Pd faccia un'opposizione troppo debole, risponde che non intende appoggiare una linea di "antiberlusconismo sciocco". Il candidato alla segreteria del Pd ha inoltre ricevuto l'invito a partecipare al Meeting di Rimini e per questo i sostenitori di Franceschini nella corsa alla segreteria fanno notare come proprio Comunione e Liberazione veda in Bersani un valido interlocutore. Secondo Merlo “stupisce che i mondi vitali e culturali più lontani dal progetto politico del Pd abbiano come interlocutori sempre gli stessi esponenti del partito”.
Merlo rileva che gli esponenti più vicini al governo (e al Cl), appoggino tutti Bersani e che perciò la destra preferisce “la costruzione di un grande partito socialdemocratico con qualche appendice cattolica e moderata”. Sulla stessa linea Mario Adinolfi, il quale però si dice convinto che, sebbene Bersani può riuscire a vincere le primarie, alla fine il popolo del Pd preferirà un’opposizione più dura e quindi un candidato (Franceschini) non gradito né agli esponenti di Comunione e Liberazione come Formigoni e Lupi nè ai vari esponenti della destra: Alemanno, Bossi e Storace. A questo proposito non si è fatta attendere la risposta del comitato Bersani che spera “che gli esponenti della mozione Franceschini non passino il resto dell’estate e l’inizio dell’autunno solo a commentare le adesioni (vere o strumentali) che raccoglie Bersani”. E intanto Franceschini annuncia la sua presenza all’assemblea dell’Acli del 4 settembre. La vittoria alle primarie passa anche per il consenso del mondo cattolico. E a questo proposito è intervenuta Rosy Bindi, ribadendo l’importanza per il Pd di interloquire col mondo cattolico e definisce puerile la polemica sulla presenza di Bersani al Meeting di Rimini: “Io non sono mai stata invitata ai meeting di Rimini, eppure sostengo Bersani, nella nostra mozione si rispettano le articolazioni del mondo cattolico”. (spk)
Merlo rileva che gli esponenti più vicini al governo (e al Cl), appoggino tutti Bersani e che perciò la destra preferisce “la costruzione di un grande partito socialdemocratico con qualche appendice cattolica e moderata”. Sulla stessa linea Mario Adinolfi, il quale però si dice convinto che, sebbene Bersani può riuscire a vincere le primarie, alla fine il popolo del Pd preferirà un’opposizione più dura e quindi un candidato (Franceschini) non gradito né agli esponenti di Comunione e Liberazione come Formigoni e Lupi nè ai vari esponenti della destra: Alemanno, Bossi e Storace. A questo proposito non si è fatta attendere la risposta del comitato Bersani che spera “che gli esponenti della mozione Franceschini non passino il resto dell’estate e l’inizio dell’autunno solo a commentare le adesioni (vere o strumentali) che raccoglie Bersani”. E intanto Franceschini annuncia la sua presenza all’assemblea dell’Acli del 4 settembre. La vittoria alle primarie passa anche per il consenso del mondo cattolico. E a questo proposito è intervenuta Rosy Bindi, ribadendo l’importanza per il Pd di interloquire col mondo cattolico e definisce puerile la polemica sulla presenza di Bersani al Meeting di Rimini: “Io non sono mai stata invitata ai meeting di Rimini, eppure sostengo Bersani, nella nostra mozione si rispettano le articolazioni del mondo cattolico”. (spk)
tratto da www.ilvelino.it
Nessun commento:
Posta un commento