
Affrontando il tema del postberlusconismo, invece, Bersani ha posto come priorità la lotta alla corruzione e ha precisato che “fare la riforma repubblicana non è solo riformare la Costituzione, fare la riforma elettorale, ma serve una riscossa civica: sobrietà, rigore, merito”. Sulla situazione dell'economia italiana il segretario del Pd ha affermato: "Ci raccontiamo che stiamo meglio degli altri, non è vero nulla. Senza un po’ di crescita non teniamo i conti e il centrosinistra mediamente è stato in grado di tenere meglio del centrodestra i conti pubblici". Per quanto riguarda la pubblica amministrazione Bersani ha proposto che ogni quattro o cinque anni ogni ente pubblico presenti un piano industriale come ogni libera impresa. "Io ho fatto il ministro perché pensavo che fare le liberalizzazioni fosse di centrosinistra. Ora dico – ha proseguito Bersani - che riformare la pubblica amministrazione è di centrosinistra. La destra non risolverà mai questo problema perché in ogni annuncio di riforma di Brunetta c’è l’ostilità, il ludibrio, lo sbeffeggiamento. Noi vogliamo un Paese libero da corporazioni ma alcuni beni pubblici non devono essere lasciati liberi dal mercato: scuola, sanità, sicurezza e la regia di tutto ciò spetta alla pubblica amministrazione". Il suo intervento si è concluso con un accenno sul decreto sul federalismo fiscale: “Il decreto non puo' partire con tagli ai servizi e con l'aumento delle tasse. Lo abbiamo detto anche nell'ultima proposta che abbiamo consegnato al governo. Se ci ascoltano, puo' passare''.
(spk) 24 mar 2011 17:30
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